(di Elisabetta Guidobaldi)
Stress da caldo nelle stalle e
colture arse dal sole, come accaduto a uno dei simboli della
bella stagione come il melone. Allevatori e agricoltori lanciano
l’allarme in queste giornate bollenti, e quello che è perso non
si recupera, neanche con l’arrivo di temperature più basse (ma
solo al Nord).
“Con questi picchi di caldo afoso in queste giornate
registriamo in stalla una riduzione della produzione di latte
che supera in certe giornate anche il 15% rispetto alla media
annuale”, dice all’ANSA Michele Grugni della società agricola di
famiglia, produttore di latte a Cervignano d’Adda (Lodi).
“Speriamo che le temperature diminuiscano ma non riusciremo a
recuperare quanto abbiamo perso. In pochi giorni 4 litri con una
produzione di 36 litri contro i 40,5 litri tra maggio e giugno.
In alcune notti addirittura siamo stati a 32 gradi e l’animale
non ha il tempo di recuperare”. E, spiega, “più si va avanti e
più aumenta lo stress, perchè aumentano anche le patologie,
stando l’animale molto più in piedi per cercare di raffrescarsi,
le zampe possono far male”. Quindi significativi danni diretti e
indiretti. Nell’azienda vengono munti 500 capi al giorno due
volte al dì. “I bovini prediligono climi a 10-15 gradi” quindi è
immaginabile la sofferenza. Ruminando gli animali generano
calore interno e per scaldarsi meno mangiano meno “e quindi meno
latte, e il problema riguarda tutti, non solo la nostra
azienda”. Per dare regifrigerio l’azienda Grugni ha installato
ventilatori che marciano alla massima velocità e doccette che
nebulizzano l’acqua “ma – dice Michele – funzionano da 30 gradi
in giù, a 40 gradi si muove aria calda”.
E il caldo attanaglia anche le campagne. Ad Albinia
(Grosseto) Luca Giacomelli ha dovuto buttare 10 cassoni carichi
di meloni, su 28, quasi 30 quintali, letteralmente bruciati dal
sole e li ha dati a un pastore per le sue pecore. “Domenica
scorsa – racconta all’ANSA – abbiamo avuto 45 gradi con vento
forte e basso tasso di umidità. La perdita stimata è del 30% su
prodotto totale”. Ed è accaduto sulla parcella più grande della
coltivazione e nei giorni centrali di raccolta. Gli altri meloni
che si trovano ancora in campo “sono stati cperti da una
pellicola bianca, una sorta di ‘crema’ di protezione, non 50+ ma
200+ e spero di recuperare almeno parte del raccolto”.
Sempre in Toscana, le alte temperature potrebbero aver
causato una moria di pesci alla foce del canale Solmine a
Scarlino (Grosseto).
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