Alcuni farmaci, a causa del loro
meccanismo di azione, possono interferire con la
termoregolazione o l’idratazione del corpo, peggiorando gli
effetti del caldo, come colpi di sole e pressione bassa, o anche
causare reazioni sulla pelle. A mettere in guardia è l’Agenzia
italiana del farmaco che, con un articolo sul portale online,
invita a prestare cautela, d’estate, in particolare per alcune
terapie come quelle per depressione, pressione alta e Parkinson
ma anche gli antibiotici.
“In casi estremi e solo su consiglio del medico curante può
essere valutata la necessità di una rimodulazione della
terapia”, chiarisce Aifa che passa poi ad elencare i singoli
casi.
Gli antistaminici possono interferire con la
termoregolazione, ostacolare la sudorazione e ridurre lo stato
di vigilanza. Gli antipsicotici, gli antidepressivi e gli
antiparkinsoniani possono inibire il meccanismo di sudorazione e
ridurre la pressione arteriosa. Gli ansiolitici e rilassanti
muscolari possono causare vertigini, diminuire i battiti
cardiaci e aggravare sintomi respiratori. I beta-bloccanti
possono influenzare la dilatazione dei vasi sanguigni, riducendo
la capacità di dissipare calore. I vasodilatatori, compresi
nitrati e regolatori del canale del calcio, possono peggiorare
l’ipotensione. Attenzione poi agli antipertensivi e diuretici
perché possono aumentare la disidratazione.
Occhio, poi, anche all’interazione con il sole: “alcuni
medicinali, specialmente antibiotici, antinfiammatori topici o
cortisonici, possono causare reazioni cutanee se ci si espone ai
raggi UV”. In questi casi, è bene limitare l’esposizione o
proteggersi con creme solari ad ampio spettro.
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