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    Home»Energia e risparmio»Auto elettrica a casa: come organizzare la ricarica in modo semplice e conveniente
    Energia e risparmio

    Auto elettrica a casa: come organizzare la ricarica in modo semplice e conveniente

    By Matteo K.11 Agosto 2025
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    Sempre più famiglie scelgono l’auto elettrica, attratte da un mix di risparmio, ecologia e silenzio alla guida. Ma con l’auto arriva anche una nuova esigenza quotidiana: gestire la ricarica nel modo giusto. Se stai valutando di passare alla mobilità elettrica o lo hai già fatto, ecco cosa sapere per ricaricare comodamente a casa senza sorprese in bolletta.

    Perché conviene ricaricare a casa?

    Ricaricare l’auto elettrica a casa è, in molti casi, la soluzione più pratica ed economica. Si evita il tempo perso alle colonnine pubbliche e si può sfruttare la notte — quando l’auto è ferma — per rifornirla lentamente. In più, grazie a tariffe elettriche agevolate o intelligenti, si può risparmiare sulla ricarica, soprattutto se si dispone di un impianto fotovoltaico.

    Serve un impianto speciale?

    La risposta è: dipende. In teoria, si può ricaricare un’auto anche da una semplice presa domestica (come una schuko). Ma è fortemente sconsigliato: la ricarica è lenta, e in alcuni casi può essere rischiosa se l’impianto non è adeguato.

    La scelta più sicura ed efficiente è installare una wallbox, cioè una stazione di ricarica domestica da collegare direttamente all’impianto elettrico. Le wallbox permettono di gestire meglio la potenza, offrono tempi di ricarica più rapidi e si possono programmare negli orari più convenienti.

    Quanta energia serve davvero?

    Un’auto elettrica di media taglia ha una batteria da 40-60 kWh. Considerando una wallbox da 7,4 kW (quella più diffusa), servono circa 6-8 ore per una ricarica completa. In una notte, quindi, si può fare tranquillamente il pieno. Se poi non serve caricarla ogni giorno, basta ricaricare ogni due o tre giorni, in base agli spostamenti.

    Attenzione alla potenza del contatore: se hai un contatore da 3 kW, potresti doverlo potenziare (passare a 4,5 o 6 kW). Oppure puoi scegliere una wallbox intelligente che regola automaticamente la potenza in base ai consumi domestici, evitando blackout.

    Hai i pannelli solari? Ancora meglio!

    Se hai già un impianto fotovoltaico, puoi ottimizzare la ricarica dell’auto con l’energia solare, rendendola ancora più sostenibile. Alcune wallbox si collegano direttamente al sistema fotovoltaico e attivano la ricarica solo quando c’è abbastanza energia in surplus, cioè quando produci più di quanto consumi.

    In questo modo puoi:

    • usare meno energia dalla rete
    • ridurre ulteriormente la bolletta
    • aumentare l’autoconsumo e quindi il ritorno sull’investimento del fotovoltaico

    Esistono incentivi per la ricarica domestica?

    Sì! Fino al 31 dicembre 2024 (e probabilmente anche nel 2025), è attivo il Bonus Colonnine domestiche:

    • copre fino all’80% della spesa, con un tetto massimo di 1.500 euro per le abitazioni private
    • è valido anche per le wallbox
    • si può richiedere tramite il portale del GSE (Gestore Servizi Energetici)

    In alternativa, è possibile detrarre il costo della wallbox nell’ambito del Bonus ristrutturazioni al 50%, se i lavori rientrano in un intervento edilizio più ampio.

    In breve: cosa ti serve per partire?

    Ecco una piccola checklist per gestire bene la ricarica a casa:

    • 🔌 Verifica la potenza del tuo contatore
    • ⚙️ Scegli una wallbox adatta alle tue esigenze
    • 📅 Programma la ricarica negli orari più convenienti (notte o fascia F3)
    • ☀️ Se hai i pannelli, sfrutta l’energia solare con una wallbox compatibile
    • 💰 Approfitta degli incentivi disponibili

    La mobilità elettrica parte da casa

    L’auto elettrica cambia il nostro modo di guidare, ma anche il nostro rapporto con la casa. Gestire la ricarica non è complicato: con le giuste informazioni, si può trasformare in un gesto quotidiano semplice e intelligente, capace di far risparmiare e rendere la casa ancora più sostenibile.

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    Matteo K.

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