Quando si vive in una casa — sia da proprietari che in affitto — prima o poi ci si scontra con una domanda semplice ma spinosa: “Chi paga cosa?”
Tubi che perdono, caldaie che smettono di funzionare, pareti da ridipingere… Alcuni interventi sembrano banali, altri meno, e spesso il confine tra manutenzione ordinaria e straordinaria è tutt’altro che chiaro.
In questo articolo ti aiuto a fare ordine, con esempi pratici e un linguaggio semplice, per evitare discussioni (e spese impreviste) tra inquilini, proprietari o condomini.
🔧 Cosa si intende per manutenzione ordinaria
Partiamo da qui: la manutenzione ordinaria comprende tutti quei lavori necessari per mantenere efficiente e funzionante ciò che già c’è in casa.
Si tratta di interventi ricorrenti o prevedibili, come:
- Sostituire una guarnizione del rubinetto
- Pulire o sbloccare un sifone
- Verniciare infissi e pareti interne
- Sostituire il flessibile della doccia
- Pulizia caldaia e climatizzatori (se non c’è guasto)
In affitto, questi costi spettano all’inquilino. L’idea di fondo è: se vivi nella casa, ti prendi cura del suo funzionamento quotidiano.
In condominio, la manutenzione ordinaria riguarda gli spazi comuni (scale, androni, cortili) e le spese vengono ripartite in base ai millesimi.
🛠 E la manutenzione straordinaria, invece?
Qui le cose si fanno più serie. La manutenzione straordinaria riguarda lavori più importanti, non previsti, spesso legati a guasti o migliorie strutturali.
Esempi tipici:
- Rifacimento del tetto o della facciata
- Ristrutturazione dell’impianto elettrico o idraulico
- Sostituzione della caldaia centralizzata
- Riparazione importante a causa di infiltrazioni
- Installazione di un ascensore in condominio
In affitto, questi costi sono a carico del proprietario, perché non si tratta di semplice “uso”, ma di interventi che riguardano il valore dell’immobile.
In condominio, anche qui si applicano le tabelle millesimali: ogni proprietario contribuisce secondo la quota di possesso.
🧾 Cosa dice la legge?
Il Codice Civile (articolo 1576 e seguenti) stabilisce che:
“Il locatore deve eseguire, durante la locazione, tutte le riparazioni necessarie, eccettuate quelle di piccola manutenzione che sono a carico del conduttore.”
Nel dubbio, vale sempre la pena verificare il contratto di affitto: a volte include clausole aggiuntive che chiariscono responsabilità specifiche.
In condominio, invece, fa fede il regolamento condominiale e le delibere dell’assemblea.
🏠 Esempi concreti: chi paga cosa?
Per chiarire ulteriormente, ecco una mini-tabella semplificata:
Intervento | Affitto: chi paga | Condominio: chi paga |
---|---|---|
Riparazione tapparella rotta | Inquilino | Proprietario se parte esterna |
Caldaia che non funziona più | Proprietario | Tutti i condomini se centralizzata |
Tinteggiatura pareti interne | Inquilino | Non applicabile |
Rifacimento impianto fognario | Proprietario | Tutti i condomini |
Pulizia filtri condizionatore | Inquilino | A rotazione o singolo condominio |
📌 Consiglio extra: documenta tutto
Per evitare fraintendimenti, ogni intervento andrebbe documentato: chi ha segnalato il problema, cosa è stato fatto, chi ha chiamato il tecnico e quanto è stato speso.
Un semplice file condiviso tra inquilino e proprietario può evitare future discussioni.
✅ In sintesi
Capire la differenza tra manutenzione ordinaria e straordinaria è fondamentale per gestire bene la casa e tenere sotto controllo le spese.
Che tu sia inquilino, proprietario o parte di un condominio, saper distinguere chi deve fare (e pagare) cosa può fare la differenza tra una casa serena e… una casa litigiosa!